Guillem, the last dance

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Sylvie Guillem, qui da bambina nell’immagine guida del suo farewell tour, l’avevamo applaudita a luglio con commozione al Carlo Felice di Genova. Pensavamo che non l’avremmo più vista danzare e invece, a sorpresa (ed è stata un’iniziativa doverosa) lo spettacolo d’addio è arrivato ieri sera in corner anche a Milano, agli Arcimboldi.

Puntualmente si è rinnovato il calore verso una serata di spessore, ideata con intelligenza e profonda consapevolezza della danza di oggi. Pubblico delle grandi occasioni, fan, amanti della danza hanno salutato un’artista che in passato ha danzato tante volte alla Scala, stregandoci nei titoli più classici come un lontano “Lago dei cigni” di Nureyev (indimenticabile il suo Cigno nero) e in balletti narrativi come “Histoire de Manon”, “Romeo e Giulietta”, Marguerite et Armand”, sempre in coppia con Massimo Murru, presente ieri sera come in molte altre tappe del tour, tra il pubblico.

Non recensiamo di nuovo qui la creazione di Akram Khan, il magnifico duo al femminile danzato con Emanuela Montanari su coreografia ad hoc di Russell Maliphant, il duo al maschile di Forsythe, il toccante assolo di Mats Ek. Lo abbiamo fatto a luglio sul manifesto e su danzon.

Ci teniamo però a sottolineare ancora una volta la bellezza di un singolare programma d’addio alle scene, certi di ritrovare Sylvie in futuro al centro di progetti di cui parlare. Che siano di danza, balletto, teatro o delle balene da salvare di cui occupa l’organizzazione no profit Sea Shepherd appoggiata dall’artista. A presto, Sylvie.

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