Sidi Larbi Cherkaoui, Akram Khan, Peeping Tom con la loro trilogia della famiglia, Bruno Beltrâo, e ancora, il gruppo giovane della Batsheva con Ohad Naharin, Lisbeth Gruwez, performer storica di Jan Fabre, oggi artista indipendente, Simona Bertozzi, Luca Silvestrini, Michele Di Stefano. Sono questi alcuni degli artisti di cui parla di fronte alla telecamera di danzon, Anna Cremonini, direttore artistico di Torinodanza Festival, in questo nostro incontro al Teatro Carignano.
L’edizione 2019 del Festival, il cui claim come l’anno scorso è l’indovinato e passionale Dance me to the end of love, è iniziata al Teatro Regio di Torino con Sutra, pezzo di culto di Sidi Larbi Cherkaoui, artista associato del festival a Torino anche con il suo ultimo pezzo: Session, che lo ha visto in scena con Colin Dunne, noto per il suo lavoro sulle danze tradizionali irlandesi. Akram Khan ha portato alle Fonderie Limone ieri e l’altro ieri il corrosivo, potente Xenos, che abbiamo recensito dal Festival RomaEuropa sul manifesto: pezzo linkato sul nostro account Facebook.
Settimana prossima in arrivo alle Fonderie Limone di Moncalieri, l’intera trilogia sulla famiglia di Peeping Tom (debutto nazionale stasera e domani del più recente spettacolo della serie, Kind, al Festival Aperto di Reggio Emilia), iniziata nel 2014 con Vader (Padre), in scena a Torinodanza il 5 ottobre, diretto da Franck Chartier, seguito da Moeder (Madre) nel 2016, in scena il 3, firmato da Gabriela Carrizo, concluso quest’anno con Kind (Figlio), in scena l’1, firmata da entrambi gli autori.