Si aprirà con Sylvia nella nuova versione creata nel 2018 da Manuel Legris per lo Staatsballet di Vienna la stagione 2019/2020 di balletto del Teatro alla Scala diretta da Frédéric Olivieri. Capolavoro su musica di Delibes in scena la prima volta nel 1876 all’Opéra di Parigi su ispirazione del dramma pastorale Aminta di Torquato Tasso, il balletto debutterà alla Scala il 14 dicembre con l’ormai classica Anteprima Giovani.
Il secondo spettacolo della stagione, in scena tra gennaio e febbraio, si lega al progetto sulla musica da camera fortemente voluto in questi anni dal sovrintendente Pereira. Serata a più titoli, vede la presenza in Scala di un grande coreografo del Novecento: Hans van Manen. In scena tre suoi pezzi, Adagio Hammerklavier (Beethoven), Kammerballett (Karayev, Cage, Scarlatti) e il seducente Sarcasmen (Prokofiev), sopra nella foto. A completare lo spettacolo due pezzi di Roland Petit: Le combat des anges, toccante duo maschile da Proust, e Le Jeune Homme et la Mort con Roberto Bolle.
Bolle sarà anche coinvolto nella creazione in prima mondiale a firma Mauro Bigonzetti su musica di Fabio Vacchi, in cartellone a marzo, Madina. Storia calata nell’oggi che ruota intorno alla vicenda di una kamikaze dal romanzo di Emmmanuelle de Villepin La ragazza che non voleva morire. Voce recitante l’attore Filippo Timi.
Tra aprile e maggio, ritorno di un classico novecentesco molto amato dal pubblico scaligero: Romeo e Giulietta (foto Brescia Amisano) nella versione di Kenneth MacMillan.
La Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala avrà quest’anno per la prima volta una creazione assoluta in scena per varie repliche: il Prometeo di Beethoven (coreografato nel primo Ottocento da Salvatore Viganò) riscritto da Heinz Spoerli. Il nuovo titolo sarà preceduto dalla classica Présentation con tutti gli allievi, a cura di Olivieri.
Torna in scena tra giugno e luglio Il lago dei cigni nella versione di Rudolf Nureyev, molto amata in teatro e assente da qualche anno. Un affondo in un lago dai risvolti psicologici, di sfida interpretativa e tecnica per i protagonisti.
Bolle e Svetlana Zakharova riaprono il sipario dopo l’estate danzando in settembre il capolavoro di dance-drama La Dame aux Camélias da Dumas di John Neumeier su musica di Chopin(al piano Roberto Cominati).
Chiude la stagione in ottobre la ripresa del felice Schiaccianoci di George Balanchine nella produzione scaligera con scene e costumi di Margherita Palli. Nella foto al centro, Martina Arduino, splendida Goccia di Rugiada del secondo atto.
La scelta di Olivieri è di puntare sugli artisti di casa: non sono stati annunciati ospiti, ma ricordati i recenti inviti internazionali ai nostri ballerini, Timofej Andrijashenko al Royal Ballet di Londra, Nicoletta Manni al Bolshoi.
Quattro produzioni di quest’anno saranno accompagnate dall’Orchestra dell’Accademia del Teatro. Nei sette titoli direttori da Kevin Rhodes (Sylvia) a Felix Korobov (Romeo e Giulietta e Schiaccianoci), Michail Jurowski (Il lago dei cigni), Theodor Gushlbauer (Prometeo e Dame aux Camélias).