Tempi strani questi, di chiusura in casa, di mancanza dei teatri, dello spettacolo, di ciò che amiamo. Tempi in cui vige la paura del contatto. E la vicinanza tra i corpi è qualcosa che nella danza è vitale, essenziale.
All’ultimo Torinodanza Festival abbiamo ripreso lo spettacolo Anatomia di Simona Bertozzi, abbiamo intervistato lei e il compositore Francesco Giomi. Un bel periodo ricco di uscite a teatro, oggi utopia.
Sono passati alcuni mesi, frenetici come sempre, con il tempo che sfugge, mai sufficiente. Ora, in queste settimane di forzata lontananza dai teatri, improvvisamente le ore a disposizione si moltiplicano. Sarebbe bello succedesse per motivi molto diversi da quelli attuali. Sfruttiamo tuttavia lo stare fermi per riaprire il computer ed entrare ancora una volta dentro la danza, la scrittura, il movimento, il rapporto tra musica e coreografia, l’anatomia. L’osservazione del girato, l’ascolto delle interviste, il montaggio, una fuga per alcuni pomeriggi da bollettini, numeri di contagiati, decessi, guariti. Un respiro attraverso il movimento.
Apprezziamo da tempo il lavoro di Simona Bertozzi, a lei abbiamo dedicato una lunga intervista a fine 2019 sulla rivista Danza&Danza. Lasciamo che sia il corto a parlare del suo affondo nella ricerca, del suo amore per il dettaglio tra differenti vibrazioni del corpo, dell’incontro dell’anatomia con i materiali sonori di Francesco Giomi.
Cogliendo l’occasione,mentre lanciamo questo nuovo nostro corto, per annunciare la nascita in questo difficile inizio 2020 di Nexus Factory, un organismo di sostegno per la danza contemporanea promossa da Nexus l’Associazione culturale fondata da Bertozzi. Tanti i progetti artistici accolti: sono a firma oltre che della stessa Bertozzi, di Aristide Rontini, Alice Bariselli, Giuseppe Vincent Giampino (con gli spettacoli Extended Symmetry e Virtual2), Lucia Guarino, Donatella Morrone, Giulio Petrucci e Jari Boldrini, Arianna Rodeghiero, Daniele Salvitto e Stefania Tansini.
Dichiara Bertozzi: «La scelta dei coreografi di Nexus Factory non è operata in base a parametri anagrafici, ma sulla condivisione di intenti, sull’aderenza progettuale. Per questo motivo sono presenti autori under 35 così come emergenti più maturi e percorsi già consolidati. È proprio questa attenzione al processo di interlocuzione e di intenzione artistica, in consonanza con aperture e criticità del linguaggio performativo attuale, che contraddistingue la comunità raccolta intorno al territorio di Nexus, al suo farsi azione multiforme nel panorama della danza nazionale e internazionale».
Ci auguriamo che presto si possa tornare in teatro, che creazioni nuove riescano a essere sostenute, che lo spettacolo non muoia, che la politica non si dimentica degli artisti.
Grazie, Francesca, di questo bel dono, tanto più apprezzato in tempi di reclusione forzata. Ottimo lavoro, as usual